Trentacinque anni di “Billy” da montare a domicilio, la storia di Ikea passa per Piacenza

Ikea compie 35 anni in Italia e la sua storia passa per Piacenza. E’ il 1989 l’anno in cui arrivò per la prima volta alle porte di Milano e fu una vera e propria novità per il nostro paese. In oltre tre decenni la multinazionale svedese ha influenzato l’abitare e le abitudini di acquisto di generazioni di italiani, grazie ai suoi prodotti di design “democratico” e con prezzi sostenibili. Nel 1995 Ikea inaugura la propria annuale presenza al Fuorisalone di Milano. Il primo centro di distribuzione Ikea fu inaugurato a Le Mose (foto sopra) 10 anni dopo l’apertura del primo negozio della multinazionale svedese in Italia, nel 1999. Nato come centro per lo smistamento merci diretto ai negozi, ha assunto poi negli anni anche un ruolo per la distribuzione ai clienti, che dal 2020 possono anche ritirare i propri prodotti direttamente dal deposito. Ad oggi è, per Ikea, il secondo punto di smistamento merci in Europa e copre l’approvvigionamento di gran parte del territorio italiano e di una dozzina di altri paesi. La visita della giunta comunale a Ikea

A Piacenza attualmente lavorano mille e 300 co-worker, 400 assunti direttamente da Ikea e 800 tramite la cooperativa San Martino. Il centro copre una superficie totale di 303 mila metri quadrati – più di 43 campi da calcio – e ospita circa 373mila metri cubi di merce. Da qui i prodotti vengono spediti a tutti i negozi d’Italia e di altre decine di paesi. Il brand si è poi negli anni continuamente rinnovato. Nasce così nel 2006 il progetto nazionale “Un posto da chiamare casa”, tramite il quale, in collaborazione con associazioni e istituzioni locali, sono stati realizzati oltre 800 progetti sociali di accoglienza abitativa a supporto delle persone più fragili. Nel 2012 viene introdotta per la prima volta una policy dedicata ai co-worker Lbgt, che estende alle coppie dello stesso sesso i benefit aziendali riservati dalla legge italiana solo ai dipendenti etero sposati e alle coppie di fatto, ampliati nel 2023 anche alle persone transgender. L’Italia è diventata il luogo ideale anche per sperimentare nuove modalità a basso impatto. E così oggi nelle principali città le consegne al piano sono a zero emissioni, grazie all’utilizzo di una flotta di veicoli 100 % elettrici. E gli store diventano hub di sostenibilità, grazie al servizio Riporta e Rivendi, attraverso il quale da più di 10 anni è possibile riportare i mobili usati in negozio, e agli Angoli della Circolarità, nuovi spazi dedicati al recupero dei prodotti per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul fine vita dei mobili, rimessi in circolo ad un prezzo ancora più accessibile.

Nella nota diffusa per l’anniversario, viene sottolineato come Ikea abbia introdotto un modello di business e di vendita innovativo: un rito che iniziava dallo sfoglio del catalogo, inviato ogni anno nelle case di migliaia di clienti e diventato un vero e proprio oggetto da collezione, al percorso nei negozi, dove trovare ispirazione e acquistare direttamente i mobili da montare casa, facilmente trasportabili grazie all’imballaggio nel pacco piatto. “Noi facciamo la nostra parte, tu fai la tua. Insieme risparmiamo” era il motto del fondatore Ingvar Kamprad e gli italiani, esperti o meno del fai-da-te, l’hanno preso in parola, dichiarando da subito il loro affetto per gli svedesi del mobile.

Da allora Ikea in Italia ha venduto 1 milione e mezzo di librerie Billy, oltre 1 milione di sedie Poang, e servito più di mezzo miliardo di polpette svedesi. L’Italia rappresenta il quinto mercato al mondo per il brand, con quasi 8mila co-worker e una presenza capillarizzata sul territorio con 41 negozi – dalle iconiche “scatole blu” ai più recenti Plan & Order Point – che hanno accolto nell’ultimo anno oltre 40 milioni di visitatori. Un incontro tra due mondi, quello svedese e italiano, giocato su contrasti e affinità destinate a contaminarsi a vicenda. Le brugole o le borse Frakta blu porta-tutto sono solo alcune delle piccole, nuove, abitudini quotidiane che si sono integrate nella cultura di un paese che ha imparato ad apprezzarne la praticità, grazie a soluzioni in grado di semplificare le sfide della vita domestica.

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