“Dammi soldi o diffondo le tue foto hot”, ventenne ricattato si rivolge in Questura

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“Dammi soldi o diffondo le tue foto hot”. Era questa la minaccia continua alla quale era sottoposto un giovane piacentino, convinto di aver conosciuto l’anima gemella tramite la famosa app di incontri Tinder. In realtà era finito vittima di un’estorsione. Il ventenne, affascinato dalle immagini che ritraevano una bella ragazza, ha iniziato a scambiare messaggi e a inviare proprie foto ‘private’. A questo punto è iniziato il ricatto: con la minaccia di divulgare queste immagini, al giovane sono state chieste da qualche centinaia di euro a somme sempre più ingenti. A questo punto, avendo capito che le richieste non si sarebbero mai fermate, il ragazzo si è rivolto in Questura a Piacenza. Le indagini della Squadra Mobile di Piacenza, svolte in collaborazione con la Squadra Mobile di Pavia, hanno permesso di individuare e deferire all’Autorità Giudiziaria un trentenne ivoriano residente in Lomellina, per il reato di estorsione.

Questo tipo di truffa, definito sextortion, è “giuridicamente da inquadrare nel più grave reato di estorsione”, fanno sapere in Questura. “Viene attuato da truffatori che si spacciano su siti d’incontri per donne di bell’aspetto, e convincono il malcapitato a spogliarsi in collegamento webcam ed a praticare atti sessuali, nella convinzione che dall’altra parte ci sia davvero una donna. La registrazione della propria performance viene quindi inviata al malcapitato stesso, che viene minacciato dell’invio agli amici di tale video se non acconsente a pagare ai malintenzionati una somma di denaro. Richiesta che viene solitamente reiterata finché la vittima continua a cedere alle richieste dei malviventi”. “Di fatto, sul territorio si registrano poche denunce all’anno, ma la cifra vera è verosimilmente elevata e le vittime spaziano dai giovanissimi ai pensionati” – sottolineano gli operatori della Questura di Piacenza.

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