“Si sta sfregiando la Costituzione” Si Cobas, M5s, Rifondazione e ApP contro l’autonomia

“Si stanno smontando i presìdi di legalità, si sta sfregiando la Costituzione”. Così Stefania Ascari, parlamentare del Movimento 5 Stelle, intervenuta alla conferenza stampa convocata dal sindacato Si Cobas alla Cooperativa Infrangibile di Piacenza. A tenere banco, le tre riforme – una già convertita in legge – proposte dalla maggioranza di governo: autonomia differenziata, premierato e giustizia. Tre questioni che sono riuscite a “federare” gran parte del centrosinistra intorno a una posizione nettamente contraria: alla chiamata dei Si Cobas hanno risposto Alternativa per Piacenza, Rifondazione Comunista e Movimento 5 Stelle. Fra gli invitati anche Partito Democratico e Cgil, assenti però dall’incontro.

Carlo Pallavicini (Si Cobas) si è detto “preoccupato” per la tenuta della democrazia alla luce delle tre riforme. “L’accentramento di una serie di poteri sul presidente del consiglio può creare squilibri molto forti – ha detto – si rafforza il ‘leaderismo’ e le giunte regionali cercheranno di appiattirsi sulla presidenza del consiglio per avere le materie scelte e i finanziamenti. Uno schiacciamento sull’esecutivo i cui esiti sono insondabili e perciò ci preoccupano”. Pallavicini ha inoltre chiarito il motivo per cui il sindacato ha deciso di occuparsi di una questione politica. “Per noi non è usuale parlare di temi che esulano dalle tematiche strettamente sindacali – le sue parole – l’abbiamo fatto alcuni anni fa per difendere il valore dell’antifascismo, fondamentale per il Si Cobas, e lo facciamo ora per lo stesso motivo: con queste riforme c’è il rischio di cadere in dinamiche da finta democrazia e di andare verso quelle ‘democrature’ tipiche dell’Est Europa. In queste tre riforme non c’è chiarezza, ad esempio, sui contratti di lavoro e sulla tutela dell’ambiente. Per cui diciamo no all’iperesecutivo e alla separazione fra italiani di serie A e di serie B, se non riempiamo le piazze adesso rischiamo, tra cinque anni, di non poterlo fare più”. L’esponente del sindacato autonomo ha poi ricordato che è ancora attiva una raccolta firme per fermare le riforme, compresa quella dell’autonomia differenziata già convertita in legge.

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La deputata Stefania Ascari si è concentrata sul racconto del “clima” parlamentare in occasione delle discussioni delle riforme, puntando il dito verso una cosiddetta “stampa di regime” – senza fare nomi di specifiche testate – che, a suo dire, non avrebbe fatto trapelare tutto ciò che è successo in aula. Ascari si è riferita in particolare all’aggressione subìta dal collega Leonardo Donno lo scorso 12 giugno nell’aula di Montecitorio, dove era in esame il disegno di legge sull’autonomia differenziata e al rinvio della commissione Affari costituzionali del 24 aprile con la mancata ratifica del voto favorevole, a maggioranza, all’emendamento presentato da Carmela Auriemma (M5S). “La legge Calderoli (sull’autonomia differenziata, ndr) non è stata discussa in commissione Affari costituzionali, c’è stato un abbattimento del dibattito su una legge che va a modificare l’assetto costituzionale del paese. Fra l’altro, tutti gli auditi hanno messo in evidenza come non si sia ragionato abbastanza sull’impatto di questa riforma sulla società”. Sui fatti del 24 aprile, Ascari ha detto: “Un emendamento della collega Carmela Auriemma, che andava di fatto a smontare la legge in quanto toglieva la parola ‘autonomia’, è passato con la maggioranza dei voti delle opposizioni (parte dei commissari della maggioranza di governo era assente, l’emendamento è passato con 10 voti favorevoli e 7 contrari, ndr); tuttavia – ha proseguito – il presidente della commissione non ha ratificato la votazione, rinviandola di 48 ore. Due giorni dopo la maggioranza, presente in aula, ha votato contro. Con questa forzatura e questa serie di gravissime violazioni parlamentari è stato votato favorevolmente il disegno di legge. Poi è passato alla Camera e c’è stata una seconda forzatura istituzionale: una ‘seduta fiume’ in cui il dibattito è stato compresso in tempistiche ristrette. Il dibattito è avvenuto in un clima di intolleranza, violenza e aggressione squadrista”.

Sull’ultima affermazione, Ascari si riferisce a quanto accaduto al deputato Leonardo Donno che, ha detto, “ha consegnato in modo pacifico la bandiera italiana a Calderoli (ministro per gli affari regionali e le autonomie, ndr) e l’intera maggioranza, in un’ottica di aggressione squadrista, lo ha mandato all’ospedale. Questo clima squadrista di odio, intolleranza e arroganza politica ha portato a riforme messe sul tavolo di una spartizione propagandistica di mere ‘bandierine’ politiche che fa seguito a un piano scellerato dietro le quinte e prevede che alla Lega vada l’autonomia differenziata – e quindi il progetto secessionista della fu Lega Nord che voleva liberarsi della ‘zavorra’ del Sud – a Fratelli d’Italia la riforma del premierato – oggi in discussione anche qui con dibattito zero – e a Forza Italia la riforma della giustizia, un abbattimento degli strumenti in mano alla magistratura come le intercettazioni e la possibilità di intervenire sui reati spia come l’abuso d’ufficio. È un attacco all’uguaglianza e alla democrazia del paese. La stampa non arriva, si stanno smontando i presidi di legalità, si sta sfregiando la Costituzione. C’è bisogno che ognuno di noi sia sindaco del suo territorio e faccia capire la gravità della situazione”.

Una delle perplessità espresse riguardo la legge sull’autonomia differenziata è quella del mancato finanziamento dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), definiti dall’articolo 117 della Costituzione come livelli da garantire sull’intero territorio nazionale. “Sono leggi pericolosissime per la democrazia – ha commentato il presidente di Alternativa per Piacenza Sergio Dagnino in merito alle tre riforme – la nostra Costituzione è una legge bellissima e, oggi, chi 75 anni fa non ha potuto scriverla vorrebbe riscriverla. Sapevamo che, dopo tanta attesa, le prime cose che avrebbero fatto sarebbero state queste. La democrazia richiede una pazienza nei tempi, ma il desiderio di superare, in nome del decisionismo, i passaggi legislativi è molto diffuso. I passaggi sono spesso visti come un ostacolo al fare, il cittadino deve aprire gli occhi”. “Se governano, la responsabilità è di tutti quelli che hanno permesso loro di vincere le elezioni – ha ammonito Dagnino – e la missione di tutti quelli che tengono al bene comune è quella di non farli vincere più. L’alleanza contro queste riforme mi dà speranza – ha proseguito – per vincere bisogna trovare la quadra e quelli che devono trovarla sono quelli che hanno responsabilità di governo, quelli che tengono affinché ai propri concittadini non vengano propinate queste schifezze. Speriamo, con le firme, di ricacciargli in gola queste riforme che farebbero inorridire i nostri padri costituenti. Dobbiamo dare al paese un governo diverso, dove la democrazia – seppur laboriosa – vince e deve governarci. Il premierato toglie poteri al parlamento, il passo successivo è che il potere viene tolto ai cittadini. Ma a quel punto è troppo tardi”.

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