L’autore del dipinto rubato scoperto anche grazie ai social “La firma in un dettaglio”

Mistero nel mistero: un quadro rubato a Piacenza in maniera rocambolesca nella notte del 1978, poi ritrovato a oltre 40 anni di distanza in pessime condizioni, ma ancora appetibile tanto da essere inserito sul mercato. Una mossa che ne consente il recupero, da parte del nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Udine, ma che apre a un altro mistero. L’autore è davvero Bernardo Strozzi, come si è sempre creduto? I dubbi sono iniziati quando la tela è stata riconsegnata nel 2021 al Collegio Alberoni, per poter essere sottoposta a restauro, eseguito da Francesca Vita. Il conservatore della Galleria e funzionario della Soprintendenza di Bergamo e Brescia, Angelo Loda, ha più di una perplessità.

“L’attribuzione originaria non convinceva, il dipinto non sembrava un’opera di Strozzi né tantomeno della sua bottega. E’ un’opera difficilmente incasellabile e quindi siamo andati quasi per tentativi, e così quasi per gioco abbiamo inserito una foto della tela su Le connoisseur, un gruppo Facebook dedicato a esperti d’arte – spiega Loda -. Lì sono arrivate proposte e intuizioni, fino a che l’amico Alberto Crispo, che lavora all’università di Parma, non mi ha proposto il nome di Giovanni Peruzzini. E’ un artista anconetano, membro di una famiglia di artisti molto nota tra il Seicento e il Settecento e non è molto conosciuto”. A supporto di questa tesi c’è un dettaglio svelato dal restauro: nel dipinto appare una firma, sulla costa di un libro raffigurato sulla base della tela. Vi compare una G e un Perr. Una suggestione che difficilmente sarebbe stata colta senza l’intuizione originaria dell’attribuzione al Peruzzini, corroborata poi, continua Loda, dal parere di Loredana Lorizzo dell’università di Salerno, autrice di un saggio del pittore. “Non abbiamo anticipato il dettaglio sulla firma, ma la docente ha confermato le nostre intuizioni. E’ la quadratura del cerchio: abbiamo una firma, abbiamo pareri autorevoli, quindi possiamo dire che il dipinto è opera del Peruzzini”.

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