La Piacenza che cambia nello sguardo di Prospero Cravedi: in autunno due mostre fotogallery

A nove anni dalla scomparsa di Prospero Cravedi i suoi scatti tornano a raccontare la Piacenza che cambia. Dopo il successo della prima grande mostra nello spazio dell’oratorio di Santa Chiara, in autunno le immagini in bianco e nero del grande fotografo piacentino troveranno ospitalità in due location d’eccezione: l’Urban Center all’ex Macello di via Scalabrini e presso la sala mostre della Fondazione di Piacenza e Vigevano in via S. Eufemia. Ad annunciare le nuove esposizioni il figlio di Prospero, Gianni Cravedi, che con un post su Facebook ricorda come queste nuove tappe di pubblicizzazione del vastissimo archivio professionale di immagini si collocano in un lungo percorso di “recupero e valorizzazione iniziato con la mostra del 2022 presso Santa Chiara, dove oltre diecimila piacentini hanno condiviso con amicizia e affetto lo sguardo di Prospero su Piacenza”.

Il titolo di queste due nuove mostre è “La citta che cambia”, non solo dal punto di vista urbanistico, ma soprattutto da quello sociale e umano negli scatti di Prospero dagli anni ’70 agli anni ’80. La prima mostra si aprirà il 13 settembre presso l’Urban Center nell’ex Macello e la seconda il 26 ottobre presso la Sala Mostre della Fondazione in Via Sant’Eufemia. “Un grande ringraziamento, come famiglia Cravedi – afferma Gianni – va alla Fondazione di Piacenza e Vigevano e al Politecnico di Milano – sede di Piacenza. che hanno sostenuto questa duplice iniziativa. Agli amici Paolo Barbaro, professore dell’Università di Parma e a Gianluigi Tambresoni e Leopolda Arduini di Studio Etre che hanno curato e progettato le mostre dimostrando ancora una volta la loro amicizia e stima per Prospero”.

La città che cambia nelle foto di Prospero Cravedi
Una manifestazione in piazza Cavalli

Nelle mostre che verranno, l’obiettivo di Prospero Cravedi inquadra non tanto e non solo le trasformazioni urbanistiche, i cantieri, le riqualificazioni che hanno interessato ampie porzioni urbane, quanto le persone, i volti, le abitudini, i nuovi e i vecchi piacentini che hanno accompagnato il mutamento della loro città. Tra le tappe significative di questo cambiamento documentate dalle fotografie ci sono anche eventi pubblici di fondamentale rilevanza per il costume, la dimensione civile e comunitaria di Piacenza: come la visita del Presidente della Repubblica Sandro Pertini del settembre del 1982, affiancata a un altro avvenimento clou di quel mese e di quell’anno, l’indimenticabile concerto di Franco Battiato al parco della Pertite. Tra i luoghi che verranno focalizzati durante l’esposizione ci sono l’attuale Polichirurgico (destinato ad andare “in pensione” con la costruzione del nuovo ospedale), e gli spazi dell’ex Macello e della Caserma della Neve come esempi di rigenerazione urbana riuscita.

La mostra, diffusa per la città in più sedi e in diversi momenti, – si legge nella presentazione – si apre emblematicamente nell’ex Macello Comunale, tra Stradone Farnese e Via Scalabrini, uno dei casi meglio riusciti di rigenerazione urbana di luoghi dismessi, sia in senso fisico che rispetto alla costruzione di una rinnovata identità. Le immagini raccontano una storia intensa di coinvolgimento e di partecipazione della comunità che passa attraverso l’estemporaneo uso come sede di iniziative culturali temporanee per arrivare all’insediamento di un Campus del Politecnico di Milano. L’allestimento contribuisce a sollecitare l’attenzione sul tema della città che cambia, che si trasforma, costruendo nel e sul costruito, conservando e contemporaneamente innovando. Questione tanto decisiva per la qualità di vita nei nostri habitat, ma spesso relegata o sullo sfondo o assimilata ad un problema di ordine pubblico. Questo percorso, attraverso l’archivio fotografico di Prospero Cravedi, costituisce un fattore di memoria storica, rileva e rivela microstorie significative e illuminanti, offre occasioni di riflessione e di consapevolezza urbana. Quello di Cravedi è uno sguardo affettuoso sulla città. Quell’affetto senza il quale non c’è possibilità di un cambiamento virtuoso e positivo. Portare questa esposizione in un luogo simbolo del progetto architettonico, come una sede importante del Politecnico di Milano, è un’apertura verso il futuro, un’occasione di pensare insieme alla città di domani.

La città che cambia nelle foto di Prospero Cravedi
Piazzale della Lupa

Gli organizzatori della mostra puntualizzano che “Prospero Cravedi non era un fotografo specializzato nell’architettura e le mostre saranno suddivise in diversi capitoli”. Il suo rapporto con la città di Piacenza – i suoi luoghi, le sue figure più rappresentative, anche i suoi edifici – fanno della ricca opera confluita oggi nell’archivio Cravedi uno strumento prezioso di conoscenza della realtà urbana, anche contemporanea. Nel 1977 una pubblicazione, Piacenza: un’alternativa per il centro storico, redatta dal Comune in occasione dell’elaborazione di un piano urbanistico, è interamente illustrata con sue fotografie. La capacità narrativa va a costituire un vero e proprio saggio sulla condizione urbana locale. Proprio a partire da quelle immagini pubblicate nel 1977, per la mostra “Piacenza, la città che cambia” si è sviluppata una approfondita selezione nell’archivio Cravedi (tra negativi che superano il milione di unità) così da definire i capitoli di un ritratto della città specificamente orientato all’architettura e al paesaggio urbano. Vuole essere un racconto che va oltre la restituzione della qualità degli edifici realizzati, di quelli nuovi, di quelli storici o di quelli abbandonati.

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