Alberi Cittadella, il giudice “Altri 10 giorni di tempo per presentare nuovi documenti”

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Dieci giorni di tempo per produrre altri documenti e approfondire la questione del ricorso contro il taglio delle 15 piante in piazza Cittadella dal punto di vista dell’impatto ambientale e di eventuali precedenti a livello di normativa europea del ricorso presentato dagli ambientalisti. E’ – in estrema sintesi – quello che ha deciso il giudice del Tribunale di Piacenza Antonino Fazio al termine dell’udienza che si è tenuta nella mattinata del 10 settembre tra le parti. Da un lato Legambiente e alcuni residenti di piazza Cittadella che hanno avanzato il ricorso, dall’altro l’impresa privata Piacenza Parcheggi che ha in concessione dal Comune di Piacenza il cantiere (ancora fermo) per la realizzazione di un parcheggio interrato e la riqualificazione della superficie di piazza Cittadella.

Cosa succede adesso? Entro il 20 settembre prossimo le parti dovranno produrre documentazione integrale di “tutti gli atti amministrativi e i documenti tecnici dai quali risulti la valutazione, da parte delle Autorità competenti, dell’impatto ambientale dell’opera con specifico riferimento alle alberature di Piazza Cittadella, occorrendo valutare su dati scientifici la sussistenza o meno del paventato pregiudizio”. Allo stesso tempo il giudice invita le parti ad “approfondire, nel contraddittorio, la questione di diritto della compatibilità con l’ordinamento eurounitario – in relazione agli artt. 6, 8 e 13 trattato Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) – di un ordinamento nazionale che precluda il ricorso alla tutela cautelare atipica ex art. 700 c.p.c. per finalità di tutela dell’ambiente qualora l’atto asseritamente lesivo assuma quale proprio presupposto una manifestazione di volontà o un giudizio di merito della Pubblica Amministrazione divenuto definitivo per omessa o infruttuosa attivazione del relativo rimedio giurisdizionale”. Ovvero se esistano dei precedenti nell’ordinamento europeo che impediscano ai cittadini di avanzare un ricorso nei confronti di un atto amministrativo davanti a un Tribunale come nel caso in questione. Al momento non risulta fissata alcuna nuova udienza, una volta acquisita la documentazione richiesta il giudice si riserverà di fissare una eventuale nuova udienza o di esprimersi. Nel frattempo l’indicazione del giudice è quella di non procedere ai lavori: “Autorizza la resistente Piacenza Parcheggi Spa – scrive – a chiedere al Comune di Piacenza di essere autorizzata a sospendere i lavori sino alla conclusione del presente procedimento civile (trattandosi di atto doveroso), senza incorrere in penali per ritardo o inadempimento; riserva all’esito la decisione”.

Che oggi non fosse da attendersi un pronunciamento definitivo del giudice Fazio, ma un sostanziale rinvio, era già emerso al termine dell’udienza al Tribunale. Secondo quanto riferito ai cronisti dall’avvocato Claudio Tagliaferri, che rappresenta gli ambientalisti insieme ai colleghi Umberto e Valeria Fantigrossi, “il giudice si è riservato di studiare il problema e in giornata comunicherà alle parti la sua decisione (una seconda udienza potrebbe già essere fissata per il 24 settembre, ndr), che in ogni caso sarà interlocutoria. In altre parole, valuterà se fissare una nuova udienza per ridiscutere i temi rimasti in sospeso oggi (quelli giuridico-processuali) oppure assegnare alle parti dei termini per depositare ulteriori atti difensivi per meglio approfondire i temi rimasti inesplorati”. Ciò che pare certo è che la questione non finisce qui. E dunque il giudice, secondo quanto riportato da Tagliaferri, “ha disposto che nel frattempo il Comune non chieda a Piacenza Parcheggi di abbattere gli alberi: c’è una moratoria, una sospensione dell’abbattimento almeno fino al termine di questo procedimento”.

Quella su cui puntano i promotori è una questione di salubrità dell’aria: la tesi sostenuta è quella secondo cui l’abbattimento delle piante causerebbe un peggioramento della (già non ottimale) qualità dell’aria e un innalzamento delle temperature. Il ricorso, presentato il 26 agosto secondo l’ex articolo 700 del codice di procedura civile da Legambiente Piacenza e Legambiente nazionale insieme ad alcuni residenti in Piazza Cittadella o nelle vie limitrofe, è “teso a rappresentare l’inconciliabilità del progetto con il diritto alla salute e all’ambiente e sostanzialmente di inibire il taglio delle piante ritenute monumentali ex lege”, come spiega Legambiente Piacenza in una nota. Il cantiere in piazza Cittadella, di fatto, non è mai partito. Nella tarda serata del 26 agosto erano state montate le transenne per delimitare l’area, poi il presidio degli ambientalisti ha bloccato l’avanzare delle motoseghe chiamando in causa la polizia locale, i dirigenti della questura e i carabinieri dell’ispettorato del lavoro. Sulla scorta di tutto ciò, e soprattutto del ricorso presentato il giorno precedente, si era deciso di attendere il responso del giudice. Responso che è arrivato oggi e che prospetta un ulteriore rinvio dell’inizio dei lavori.

“Ci rimettiamo alla decisione del giudice – commenta Laura Chiappa, presidente di Legambiente Piacenza -, attendiamo speranzosi che possano essere tutelate al massimo queste alberature e con loro la stazione di piazza Cittadella, per pensare così a un progetto completamente diverso per questo luogo. Abbiamo raccolto oltre 19mila firme, tra la petizione on line e quella cartacea. E’ evidente che c’è, da parte dei cittadini di Piacenza e della provincia, un’altra idea di sviluppo della piazza”.

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