Quando il falso, il fantasioso e il verosimile non sono solo inganni. Tomatis al Festival

Nell’era della post-verità, abbassare la guardia si è rivelato pericoloso: navigare tra bufale, deep fake e bot quasi umani richiede un’acuta lucidità e forti capacità critiche. Tuttavia, nel continuo smascheramento di ogni inganno, si rischia di perdersi la gioia dei travestimenti, l’incanto dei mondi fittizi e le possibilità offerte dall’immaginazione, la meraviglia che può intensificare e, come nel caso della Odd Ball Effect, addirittura allungare la propria vita.

Evento notturno ricco di giochi di prestigio e numeri di mesmerismo dal vivo, quello offerto da Mariano Tomatis a Teatro Gioia nell’ambito del Festival del Pensare Contemporaneo. Tomatis, autodefinito wonder injector, mescolando la meraviglia di un’illusione nella vita di tutti i giorni, ha coinvolto il pubblico in una riflessione profonda sull’importanza di restituire dignità al falso, al verosimile e al fantasioso. Per Tomatis, questi elementi non devono essere visti solo come inganni, ma come strumenti preziosi per pensare fuori dagli schemi e immaginare nuove traiettorie collettive nell’area grigia tra il vero e il falso, tra la magia emancipata e opprimente.

Tomatis Festival del Pensare Contemporaneo

Ad accompagnare questa riflessione “a cavallo di mezzanotte”, sei donne straordinarie, le sonnambule, che, nel corso della storia, avevano usato la magia come mezzo di libertà ed emancipazione, divenendo le madrine simboliche di un incontro che invitava a ripensare il confine tra realtà e immaginazione, e superando la convinzione che le streghe contemporanee sono solamente figure emarginate e oppresse, una figura marginale che vive nell’oscurità della notte, durante la quale la magia inganna le menti stanche: una tra le altre Prudance Bernard, un’illusionista francese rincorsa dalla stampa che professava di vedere anche da bendata, affrontando il sessismo nella magia, contro il superomismo dell’illusionista maschio bianco che ancora oggi occupa il monopolio dei palcoscenici di tutto il mondo. E alla fine, dopo aver parlato di Pinetti e fatta una promessa di creare stupore con tre trucchi di prestigio sempre più elaborati, se qualcuno dovesse chiedere che cosa è successo allo spettacolo al Teatro Gioia, la risposta migliore è “il mago ha fatto cilecca”.

Sofia Moglia

Tomatis Festival del Pensare Contemporaneo

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.