Truffe agli anziani “In azione gruppi di tre uomini con accento campano”

E' l'identikit dei truffatori che hanno colpito in provincia di Piacenza ben 10 volte dall'inizio del 2016, derubando le vittime, sempre anziani, di contanti e gioielli, per importi che variano dai 500 ai 1500 euro

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Un banda di tre uomini con accento campano: é l’identikit dei truffatori che hanno colpito in provincia di Piacenza ben 10 volte dall’inizio del 2016, derubando le vittime, sempre anziani, di contanti e gioielli, per importi che variano dai 500 ai 1500 euro. A fare nuovamente il punto della situazione è l’Arma dei carabinieri, che invita i cittadini alla massima prudenza.

“Di positivo c’è che altri cinque tentativi di truffa, perpetrati con lo stesso modus operandi,  sono stati sventati dagli stessi anziani che non sono caduti nel raggiro – sottolinea il colonnello Luca Pietranera -; questo significa che le nostre campagne d’informazione stanno funzionanando”.

Le informazioni a disposizione dei militari, che stanno indagando sui colpi messi a segno nel Piacentino, si sono ampliate nell’ultimo incontro al coordinamento regionale, in cui i dati in loro possesso sono stati confrontati con quelli raccolti nelle altre province dell’Emilia Romagna, colpite dallo stesso fenomeno.

E’ stato quindi possibile stendere un “profilo” dei truffatori: “Si tratta di batterie da tre persone, in arrivo dal Sud Italia, in particolare dalla zona di Napoli – aggiunge il colonnello Pietranera – ; viaggiano su auto “pulite” (ovvero non rubate) e scelgono la provincia in cui colpire, dove si fermano solo per poco; lì iniziano a controllare le strade e a monitorare gli spostamenti delle persone anziane, soprattutto donne”.

Il trucco più utilizzato è quello del faso incidente, già illustrato in più occasioni.

Per carpire il nome della vittima la avvicinano prima con una scusa, poi un complice cerca il numero di telefono fisso della malcapitata su internet e a quel punto la contattano fingendosi carabinieri e dicendo che il nipote ha avuto un incidente o è stato arrestato.

Un problema a cui i finti rappresentanti delle forze dell’ordine possono porre rimedio se la vittima consegnerà ad un loro “collega”, che si presenterà direttamente a casa loro, i contanti o l’oro necessario per pagare l’avvocato che si occuperà del caso del famigliare. Se la vittima nutre dei sospetti, la rassicurano dicendo di chiamare direttamente lo 0523 112 (e non il 112) a cui risponde lo stesso truffatore, spacciandosi ancora per un militare.

 

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