La Regione bandisce i gadget fascisti, “Forza Nuova” di Piacenza li vuole 

La sinistra che occupa i banchi del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna (rappresentata da Pd, Sel e Altra Emilia-Romagna) ha presentato alla Giunta una risoluzione per dire basta alla vendita di gadget che inneggiano a Mussolini

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La sinistra che occupa i banchi del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna (rappresentata da Pd, Sel e Altra Emilia-Romagna) ha presentato alla Giunta una risoluzione per dire basta alla vendita di gadget che inneggiano a Mussolini su tutto il territorio della regione. Non sarà più possibile, quindi, acquistare magliette, statuette e souvenir che ritraggono il volto del Duce dato che nella mozione si è chiesto alla Giunta di estendere il reato di apologia di fascismo (previsto dalla legge del 20 giugno 1952) anche sugli oggetti che richiamano il Ventennio Fascista.

Il centro-destra, tutto compatto, ha votato no. I consiglieri del Movimento 5 stelle, tra lo stupore di molti e la costernazione di altri, hanno preferito percorrere la strada dell’astensione. 

A Piacenza il movimento “Forza Nuova” si schiera a difesa dei gadget che inneggiano il fascismo: ecco la nota inviata alla nostra redazione.

Una proposta del Pd vorrebbe bandire i souvenirs e i gadget che ” inneggiano alla propaganda fascista “.

Primo firmatario Emanuele Fiano del Pd seguito da Marco Di Maio, che mirano ad inserire nel codice penale l’articolo 293 bis relativo alla voce citata.

Tuttora leggi e sentenze vietano l’apologia di fascismo e il saluto romano.

Con questa proposta di un solo articolo, vorrebbero punire i trasgressori con la reclusione da sei mesi a due anni, mettendo così a rischio i negozi di Predappio e tutti quelli nel territorio nazionale che definiscono la loro attività, semplicemente commercio.

Riteniamo che la proposta sia anticostituzionale e contro i diritti civili, non sarà una legge a cancellare la memoria del ventennio che fa parte della nostra storia.

Vietare i gadget non fermerà le oltre 100mila persone in pellegrinaggio ogni anno sulla tomba del Duce, la storia va studiata, non negata, ne cancellata.

Stiamo veramente cadendo nel banale e nel ridicolo, se, veramente sono dei simboli e delle immagini a far paura ai firmatari.

Comprendiamo il vizietto del Pd nel mettere a tacere e censurare la libertà di pensiero e auspichiamo che, per la stessa identica motivazione, rientrino nella proposta di legge anche bandiere rosse, pugni chiusi, falci e martelli, dal momento che il comunismo ha sulla coscienza ben oltre 100 mila morti.

Oltretutto dei benefici e delle leggi del ventennio ne stanno usufruendo anche i firmatari, cosi come i loro padri e i loro nonni, senza rinnegare nulla.

In un paese come L’Italia, dove si abolisce il reato di immigrazione clandestina, si pretende di cancellare una realtà storica, che nessuna legge, nessuna reclusione e nessun bavaglio, cancellerà mai.

Ufficio Stampa Forza Nuova Piacenza

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